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Patrizia Puliafito
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Taiwan: quali le conseguenze economiche

Patrizia Puliafito
Taiwan tensioni le conseguenze economiche

Le esercitazioni militari attorno a Taiwan sono state sospese, ma le tensioni non sono state archiviate.

Il comando militare di Pechino fa sapere, attraverso il social media che le esercitazioni militari attorno a Taiwan iniziate come risposta alla visita a Taipei di Nancy Pelosi sono state sospese ma le tensioni restano  ancora un rischio .

Come nascono le tensioni nello stretto di Taiwan?

La tensione nello Stretto di Taiwan “è stata provocata dagli Stati Uniti” che “devono assumersi la piena responsabilità per le gravi conseguenze di tutto questo”. È il messaggio lanciato dal ministero della Difesa cinese attraverso il portavoce Wu Qian.

Le contromisure di Pechino, “incluso l’annullamento del dialogo militare a livello di comandanti di teatro, sono giustificate e corrette”, continua la nota riferendosi a quanto riportato dai media americani secondo cui i vertici militari Usa hanno chiamato più volte le controparti cinesi negli ultimi giorni senza ricevere risposta.

Quali le conseguenze economiche?

Lo abbiamo chiesto ad Alicia Herrero (Chief Economist, Asia Pacific, Natixis)  e Gary NG (Senior Economist, Asia Pacific, Natixis):

In un mondo con gravi rischi geopolitici, qualsiasi potenziale  crisi nello Stretto di Taiwan rientra nel più ampio  scenario della competizione strategica USA-Cina. Adesso il  sentiment si è indebolito, ma senza grandi divergenze con il resto dell’Asia. Ci sono chiaramente deflussi di capitale ma non peggiori di quelle realizzate lo scorso aprile, quando la FED ha alzato i tassi per la prima volta.

Se la tensione non si allentano rapidamente, le implicazioni economiche sono destinate ad essere maggiori di quelle tre grandi crisi dello Stretto di Taiwan avvenute in passato poiché il mondo è più globalizzato, le dimensioni della Cina sono più estese e Taiwan è diventata un produttore fondamentale nei settori dei semiconduttori e ICT.

Semiconduttori ed elettronica di consumo i più penalizzati.

Un primo  potenziale blocco interesserebbe i settori con maggiore dipendenza dai semiconduttori ( come High performance Computing, l’Internet of things, i data center, veicoli elettrici) e l‘elettronica di consumo sebbene  il calo della domanda e l’aumento del livello delle scorte possono tamponare la situazione.

Inoltre, le economie asiatiche potrebbero subire ritardi nell’energy shipment a causa di deviazioni o velocità ridotta, non solo verso Taiwan ma anche verso Giappone e Corea.

I possibili scenari:

Un’ulteriore estensione del blocco in termini di dimensioni e durata è  costosa anche per la Cina continentale per effetto della pesante dipendenza dalle importazioni di semiconduttori, che si aggiungerebbe ad altri eventi contrari voluti dagli Stati Uniti e che Pechino sta scontando, come il Chips Act, divieti di esportazione di attrezzature, pressioni su altri produttori (Taiwan, Corea e Paesi Bassi ecc.)

Nel medio periodo l’estensione del blocco accelererà le tendenze di diverse economie e società verso la diversificazione delle rispettive catene di approvvigionamento e verso un reshoring e offshoring.

Qualsiasi interruzione nelle esportazioni di semiconduttori da Taiwan sarà dolorosa per le pressioni inflazionistiche, a causa del ruolo chiave dei semiconduttori. Questo può anche aumentare la pressione sulle banche centrali a livello mondiale. La buona notizia è che le società hanno accumulato più scorte rispetto al periodo pre-pandemico

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RIPRODUZIONE RISERVATA © 8 Agosto 2022

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