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Patrizia Puliafito
DIRETTORE RESPONSABILE
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Risparmio: dove investire per trovare rendimento?

A cura di Alessandro Allegri*
Mercati difficili, inflazione, tassi , recessione

Tassi bassi, stagnazione economica, Brexit, guerra commerciale sono i fattori che alimentano l’incertezza e suggeriscono cautela dove dirottare il risparmio?  

Settembre si è aperto  all’insegna dell’incertezza che prosegue, ma con opportunità di acquisti interessanti sull’azionario che è in fase di  iniziale debolezza.

Sul fronte obbligazionario la prospettiva ormai conclamata di una prosecuzione dello stimolo monetario, ha innescato da qualche mese un calo significativo dei rendimenti dei titoli di Stato, sia in Area Euro che soprattutto in America, dove in 8 mesi il decennale è passato da 3.2% a 1.5%, vicino alle aree di minimo storico invertendo la curva dei rendimenti tra 10 e 2 anni.

Le performance del mese di agosto riflettono questa dinamica con salite importanti e generalizzate sui governativi dei Paesi sviluppati (Usa +3.4%, Italia +3.5% e Germania +2.2%).

Bene anche i Corporate Bond, mentre le maggior incertezze si sono viste sugli Emergenti (Local Currency -1.53%).

In questo contesto di Risk-Off crescono significativamente i flussi in acquisto sull’Oro (+7.5% nel mese) arrivato a performance annue di assoluto valore (+20%) e candidato ad affiancare gli investimenti obbligazionari privi di rendimento nella parte “safe” dei portafogli strategici di buona parte degli operatori.

Lo scenario attuale consiglia investimenti cauti

Ormai gli risparmiatori convivono con uno scenario di tassi su livelli storicamente bassi  alimentato da condizioni di stagnazione e bassa crescita che difficilmente varierà molto nei prossimi mesi, rendendo quasi disperata la ricerca di rendimento per il risparmio se non attraverso un deciso aumento della propensione al rischio con conseguenze di incremento generalizzato della volatilità ormai certe.

Il quadro macroeconomico globale resta stabile con il supporto delle banche centrali, ma l’incertezza “politico-economica” aumenta il rischio di sorprese negative.

L’ambiente attuale richiede dunque una posizione di investimento tatticamente cauta in attesa si sviluppino le condizioni ideali, in logica speculativa, per una ripresa degli scenari rialzisti che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno.

Lo spettro della recessione

La volatilità è  aumentata e gli ultimi dati sulla debole crescita della produzione industriale in Cina e la crescita negativa del PIL in Germania hanno aumentato le preoccupazioni e l’incertezza fra gli operatori.

I diffusi cambiamenti negativi nelle aspettative stanno dunque spostando gli umori degli operatori verso un possibile scenario di recessione che resta il dubbio principale che aleggia sui mercati portando con sé un generale atteggiamento di cautela, molto diverso dagli euforismi di qualche mese addietro quando la politica monetaria, in così breve tempo, aveva riacceso gli scenari rialzisti, mentre ora sembra non sia in grado, da sola, di eliminare completamente i rischi e le incertezze.

Le risposte delle Banche Centrali

In passato una risposta politica adeguata da parte delle banche centrali ha aiutato ad aumentare la propensione al rischio, agendo preventivamente sulle aspettative; oggi, avendo usato già buona parte delle munizioni e delle strategie a disposizione, gli effetti si concentrano sul far rimanere stabile il contesto di gioco in attesa che gli investimenti privati riattivino il ciclo virtuoso.

In tal senso la Fed sembra in grado di sostenere l’espansione economica attraverso la sua azione decisa e forse un po’ spregiudicata mentre la BoJ e la BCE convivono con il costante rischio di cadere nella cosiddetta “trappola della liquidità” in cui la politica monetaria diventa del tutto inefficace.

I risultati e le conseguenze dipenderanno dalla misura in cui l’economia soffrirà o meno di squilibri e, sotto questo aspetto, la notizia rassicurante è che la leva finanziaria appare in controllo e l’inflazione resta contenuta soprattutto in relazione ai bassi tassi di disoccupazione.

E’ la politica a preoccupare maggiormente i risparmiatori 

Certamente l’aumento della volatilità hanno fatto crescere gli interventi di carattere umorale, quindi non sempre coerenti con il quadro oggettivo di riferimento, con una crescita delle preoccupazioni non tanto sugli aspetti economici quanto sul contesto politico. Se da un lato, infatti, gli squilibri sotto il punto di vista dell’economia reale non sono ancora così palesi o forse nemmeno si stanno materializzando, dall’altro lato, quello politico, la situazione è ben diversa.

I tre fattori che alimentano l’incertezza

La guerra commerciale, la Brexit e le discussioni sul bilancio italiano sono tra i fattori che alimentano un elevato grado di incertezza a livello sistemico arrivando a facilitare le prese di beneficio e a far posticipare, in alcuni casi, i piani di investimento. Le performance del mese di agosto riflettono in pieno questa condizione di generale incertezza, sia tattica che strategica, e confermano le attese circa un periodo estivo decisamente impegnativo e dagli esiti incerti.

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RIPRODUZIONE RISERVATA © 13 Settembre 2019

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