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Patrizia Puliafito
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Post Brexit: opportunità e rischi

Patrizia Puliafito
Post Brexit più opportunità d'investimento che rischi SalvaDenaro

Cosa cambierà nel 2020 dopo la Brexit?  Nel breve aumenterà la volatilità, ma ci saranno più opportunità  che rischi. Lo spiega Stefania Paolo di Bny Mellon IM.

“La Brexit nel breve periodo sarà fonte di volatilità e si delinea come un tema strutturale di lungo periodo a livello macroeconomico e commerciale. Per gli investitori più opportunità che rischi” Lo spiega Stefania Paolo, Country Head per l’Italia di BNY Mellon Investment Management.

 Lo scenario

Quando l’orologio ha battuto le 23 del 31 gennaio nell’orario di Londra, o più significativamente la mezzanotte nell’orario di Bruxelles, la Gran Bretagna ha ufficialmente abbandonato l’Unione Europea dopo 47 anni di appartenenza.

La fatidica data è stata accolta con eventi diametralmente opposti a Westminsters: una festa organizzata dal leader del partito pro-Brexit, Nigel Farage, e una dimostrazione pubblica da parte dei sostenitori del Remain.

Per i mercati è iniziata la fase critica

In questo inizio di febbraio, la realtà dei fatti sta prendendo piede nei cuori degli inglesi: la prossima fase, quella più critica per i mercati, è ufficialmente iniziata.

I prossimi 12 mesi, in Gran Bretagna, saranno dominati dalle notizie sulle trattative per gli accordi commerciali.
Entrambe le parti stanno cercando di stabilire le tattiche migliori per controllare la narrativa della Brexit e convincere l’opinione pubblica di saper gestire al meglio il processo.

  • Da un lato c’è l’Unione Europea, che sta adottando delle tattiche attendiste tali per cui non ci aspettiamo che le discussioni formali inizino prima di marzo.
  • Dall’altro c’è la Gran Bretagna con la sua retorica del “non allineamento”.

A porte chiuse, però, tanto l’una quanto l’altra cercheranno di minimizzare l’impatto economico del processo e impostare le basi per una nuova relazione commerciale, separata, certo, ma necessariamente vicina a livello sia politico sia economico.

Cosa cambierà nel 2020?

Nel corso del 2020, poco cambierà. La vita quotidiana in Gran Bretagna andrà avanti come sempre, nonostante la scomoda necessità di rimanere soggetti alle regole UE e contribuire al budget per quasi 12 mesi, senza avere in cambio una rappresentanza a Bruxelles.

La fiducia delle aziende è aumentata da quando Boris Johnson ha registrato una vittoria schiacciante alle elezioni di dicembre, perché questo esito ha rimosso l’incertezza sulla Brexit, e il clima potrebbe migliorare ulteriormente se il dibattito sugli accordi commerciali dovesse procedere senza intoppi.

Brexit: opportunità e rischi

Per gli investitori, la fase attuale nel lungo e travagliato processo di Brexit rappresenta più un’opportunità che un rischio.

  • Le azioni UK e la sterlina  presentano valutazioni attraenti, che potrebbero offrire una buona occasione per investire, adesso che la rotta verso la fuoriuscita della Gran Bretagna appare meno nebulosa. Certo, sarà necessario stare attenti – come sempre – alla volatilità, che potrebbe aumentare man mano che ci avviciniamo alla nuova scadenza di dicembre, soprattutto nel caso di uno scenario “no deal”. La Banca d’Inghilterra potrebbe intervenire per tamponare le eventuali ricadute negative, ma le politiche monetarie dovranno necessariamente tenere conto dell’aumento dei salari minimi britannici di oltre il 6% annunciato dal governo per il 2020, che a sua volta potrebbe spingere al rialzo l’inflazione.
  • Maggiore cautela per i titoli di Stato britannici. Uno dei rischi principali risiede nell’aumento previsto del deficit pubblico. Il Partito Conservatore potrebbe aumentare il budget previsto di 3 miliardi di sterline rispetto alle stime precedenti, ma allo stesso tempo ha chiuso le porte alla possibilità di aumenti dell’Iva o delle imposte sui salari. Per finanziare le spese pubbliche il governo inglese potrebbe essere costretto ad aumentare le emissioni di titoli di debito, spingendone al rialzo i rendimenti: un fattore da considerare per chi ha in portafoglio gilt a lunga scadenza. I portafogli  degli investitori, (soprattutto quelli italiani) che  sono investiti in titoli domestici o negli asset europei e statunitensi più che britannici, non vediamo una necessità di cambiare sostanzialmente il posizionamento in ottica difensiva solo per via della Brexit.
  • Le azioni e le obbligazioni europee saranno influenzate nel breve e medio termine più dalle politiche monetarie della BCE che non dai rapporti con la Gran Bretagna.
  • Negli Stati Uniti i fattori chiave da monitorare per il 2020 restano le elezioni presidenziali a novembre e le mosse della Fed.

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RIPRODUZIONE RISERVATA © 15 Febbraio 2020

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