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Superbonus: le novità

Super bonus le novità

Il superbonus è  al fotofinish. Le premesse per la ripartenza della agevolazione immobiliare sono arrivate dalla conversione in legge del decreto Aiuti bis

Superbonus: cosa è successo

La nuova norma stabilisce che viene esclusa, tranne il caso di colpa grave o dolo, la responsabilità del cessionario per i crediti asseverati e la possibilità di fornire ora l’asseverazione per i crediti maturati prima del 21 novembre 2021, giorno a partire dal quale la normativa sulle cessioni è stata modificata.

Il superbonus non può funzionare senza che vi sia qualcuno disposto a pagare le opere al posto del contribuente: solo pochi, infatti, potrebbero permettersi di versare tutti e subito gli importi necessari (si tratta sempre di decine di migliaia di euro) per effettuare i lavori.

Per questo il decreto rilancio del 2020 istituendo il superbonus ha lasciato la possibilità a chi non possa o voglia pagare direttamente le opere e aspettare il rimborso fiscale di optare per lo sconto in fattura dell’impresa o per la cessione del credito con l’Erario.

La stretta sulle norme dello scorso novembre a seguito  della scoperta di frodi per quasi 6 miliardi di euro, solo in minima parte ascrivibili al superbonus, ha portato a un forte rallentamento delle operazioni, cui è seguita , il 23 giugno scorso,  una circolare con cui si mettevano una serie di ulteriori  paletti alle cessione dei crediti effettuate dalle banche, in quanto soggetti tenuti ad osservare estrema diligenza nel valutare le operazioni.

I profili che secondo l’Agenzia possono denotare operazioni a rischio e quindi scarsa diligenza lasciano il campo a un’ampia discrezionalità di interpretazione e le banche hanno deciso, anche su indicazione abbastanza esplicita dell’Abi, di bloccare il business per non correre il rischio di vedersi i crediti sequestrati

I nodi  da sciogliere

Al momento però rimangono anche alcune criticità.

La cessione del credito

Le nuove norme

Le nuove norme però rendono molto più complicata la cessione di crediti diversi dal superbonus, in particolare dall’ecobonus, dal bonus barriere architettoniche e dal bonus manutenzione. Per queste agevolazioni il ricorso all’asseverazione dei costi è facoltativo quando le opere valgano meno di 10mila euro o non richiedano autorizzazioni comunali. Finirà che i cessionari, per essere esentati da responsabilità chiederanno in tutti i casi la certificazione della congruità dei costi, con un aumento delle spese da parte di chi cede il credito a fronte di offerte molto meno allettanti: su una spesa di 100 euro per bonus ristrutturazione da cui deriva un credito di 50 difficile spuntare più di 35 euro.

 

dal Corriere Economia

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