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Busta Arancione: tutto quello da sapere

Busta Arancione Inps x informare i lavoratori sulla loro pensione

Guardiamo dentro la busta arancione inviata dall’Inps per dirvi quando andrete in pensione e quanto prenderete

L’operazione trasparenza è scattata alcune settimane fa: l’Inps ha spedito le prime Buste arancioni, per informare i lavoratori  quando potranno andare in pensione, a quanto ammonterà la rendita mensile e l’estratto conto  dei contributi versati. 

Cosa contiene la Busta arancione

Nella busta arancione viene anticipato l’importo ottenuto in maniera automatica, in base ai contributi sinora accreditati e  quelli che ancora mancano al raggiungimento dei requisiti richiesti per il pensionamento. Il calcolo della pensione si basa su età, storia contributiva e retribuzione/reddito. Nella tabella troverete i dati di pensionamento, importo previsto della pensione lorda, stima dell’ultima retribuzione lorda o reddito percepito e tasso di sostituzione (cioè il rapporto fra pensione e ultima retribuzione).

L’estratto conto contributivo

La Busta arancione contiene anche l’estratto conto contributivo utile ai fini della pensione, con le settimane accreditate per ogni anno di lavoro e la relativa retribuzione, e i contributi futuri stimati dall’Inps in base al profilo lavorativo. E’ importante controllare l’estratto conto e segnalare eventuali errori.

Stime ottimistiche

Le simulazioni contenute nella busta arancione si basano su parametri di partenza piuttosto ottimistici, che rischiano di sovrastimare l’importo della pensione: ipotizzano infatti una vita lavorativa continua, con una crescita annua della retribuzione pari all’1,5% lordo annuo in termini reali (cioè al netto dell’inflazione) e un incremento del Pil (il Prodotto interno lordo, cui i montanti pensionistici sono agganciati) anch’esso dell’1,5% annuo in termini reali. Per evitare stime troppo ottimistiche non bisogna fermarsi alla proiezione fornita di default dall’Inps: accedendo con il proprio Pin o con lo Spid (Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale) si può effettuare una simulazione personalizzata basata su criteri più realistici.

A cura di Roberto Bagnoli

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