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Patrizia Puliafito
DIRETTORE RESPONSABILE
Patrizia Puliafito
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Investire negli Etf, i replicanti di indici e non solo

Patrizia Puliafito
Tutte le tipologie degli Etf Una guida alla scelta

In trent’anni gli Etp (Exchange Traded product) che comprendono anche gli Etf  (Exchange Traded fund),  si sono moltiplicati in tipologie e patrimonio. Al 31 marzo 2024 valevano più di 12.700 mila miliardi di dollari.

Cosa sono gli Etf 

Nati come  replicanti passivi di indici Borsistici, gli Etf, il cui acronimo è Exchange Traded Fund, ovvero fondo  scambiato in Borsa come un’azione, negli anni si sono evoluti e moltiplicati per tipologia e strategie, anche sofisticate e sono diventati un interessante asset d’investimento che sta conquistando un crescente numero di risparmiatori. I motivi sono diversi.

Prima di tutto perché sono strumenti contraddistinti da un valido rapporto costi-benefìci:

  • il costo medio annuo degli Etf  azionari domiciliati in Europa è dello 0,3% e dello 0, il costo  degli obbligazionari. Il costo delle strategie più sofisticate sono leggermente più elevati e variano a seconda del prodotto ma sono  comunque costi contenuti
  • gli Etf,   sono strumenti  liquidi, ovvero facilmente negoziabili, si comprano e si vendono in tempo reale  sull’ETFplus  il mercato di Borsa, ma non avendo scadenza, possono anche essere tenuti in portafoglio per tempi medio-lunghi.
  • consentono una elevata diversificazione di portafoglio.  Con gli Etf si può investire su tutti i mercati,  aree geografiche;  settori economici; materie prime; metalli preziosi,  obbligazioni. Con un solo Etf si investe su un intero mercato e quindi questi strumenti contribuiscono a una buona diversificazione del portafoglio, oltre a poter  attuare una serie di operazioni tattiche e strategiche.  Non basta, tuttavia, comprare un Etf per guadagnare. Per scegliere quello giusto per una determinata fase di mercato, occorre conoscere  bene il mercato e comprenderne le tendenze e valutare le diverse caratteristiche  dell’Etf: composizione, patrimonio e storia.

Come scegliere gli Etf

1 La prima regola che vale per tutti gli strumenti d’investimento, è valutare la propria propensione al rischio.  La componente azionaria, si sa, è più rischiosa, adatta a investitori più aggressivi che puntano a una crescita elevata del  patrimonio.

2 La seconda regola è non concentrare tutto il patrimonio su un unico Etf, ma diversificare su più Etf  Ai risparmiatori poco esperti, conviene mantenersi sugli etf passivi tradizionali a replica fisica, dove è più facile controllare la composizione.

3 La terza regola: Controllare la replica

La replica fisica dell’indice è fatta dall’emittente, costruendo un paniere con tutti o parte dei titoli dell’indice di riferimento. Per questo motivo due etf che replicano lo stesso indice potrebbero riportare performance diverse.

La replica sintetica è un accordo tra  l’emittente dell’Etf e una controparte che si impegna ad acquistare e detenere i titoli e  si impegna a pagare la performance dell’indice. Questi ETF non detengono  nessun titolo  dell’indice che si propongono di replicare.

4-La quarta regola: Valutare gli Emittenti  che giocano un ruolo importante nella composizione della replica. Gli Emittent si differenziano   per dimensione, competenze e core  business Conviene valutare anche loro, anche se gli Etf non sono soggetti al rischio emittente. Per legge, infatti, il  capitale è di proprietà esclusiva dei possessori delle quote  e, nell’ipotesi di insolvenza dell’emittente, il patrimonio dell’Etf non viene intaccato.

Le tipologie 

Azionari:  replicano tutti gli indici borsistici: quelli  composti con i titoli delle società di tutto il mondo (come Msci World) e quelli che si concentrano sulle società delle singole aeree geografiche  (Europa, Usa, Paesi  emergenti, Asia). Consentono di investire in tutti i settori economici (tecnologia; finanziari;  industriali;  immobiliare;  energia, salute, materiali ecc); in tutte le  aree geografiche, anche in quelle  che altrimenti  sarebbero difficilmente raggiungibili.

Obbligazionari: replicano indici composti da obbligazioni emesse da banche e società (corporate); indici composti dai titoli di stato emessi dai governi di tutti i  Paesi; indici composti da titoli di debito emessi da società con basso rating creditizio che offrono rendimenti più elevati perché comportano un maggior rischio di insolvenza, rispetto alle società con rating più elevati (high yield)

Etc ( exchange  traded commodities),  a diversità degli Etf che  investono in  panieri diversificati di titoli azionari e obbligazionari di società che operano nel mondo delle materie prime (oro, petrolio, ecc), si concentrano  su un’unica materia prima (indice o singolo sottostante), mentre gli

Etn  (Exchange Traded note)  consentono di investire  in  valute  e tassi.

Multiasset: comprendono un mix di titoli: azionari  obbligazionari e settoriali,  consentendo  di investire nello stesso tempo in diversi mercati  con un solo ETF, aumentando la diversificazione del portafoglio e riducendo il rischio.

Tematici: consentono l’esposizione sui nuovi temi economici, sociali, demografici, ambientali, climatici,  tecnologici. I cosiddetti megatrend, ovvero le forze economiche  che stanno trasformando il  mondo. Scegliere questi Etf vuol dire investire nel futuro e in un mondo migliore.

Esg :  consentono l’esposizione ai titoli di aziende che nell’operatività rispettano i criteri ambientali, sociali e di corporate governance.

Smart Beta: replicano panieri composti da titoli scelti in base alla capitalizzazione di mercato o alla loro esposizione  ad alcuni fattori come  i dividendi,  la volatilità,  la qualità dei fondamentali.

Attivi, a diversità dei passivi che replicano un indice, sono gestiti da un professionista che, come nei tradizionali  fondi comuni d’investimento, che l’obiettivo di sovra performare il benchmark di riferimento.

 Long e Short Con gli etf  si può puntare al rialzo con i cosiddetti Etf Long  e al ribasso con gli Short  Con i Long si guadagna se l’indice fa performance positive. Con gli short si guadagna se l’indice perde.

Strategie di portafoglio con gli Etf

Strategie di portafoglio  grazie all’ampia varietà di classi e sottoclassi, alla flessibilità e alla liquidità, con gli Etf è possibile realizzare tutte le strategie  di portafoglio che però richiedono una certa competenza. Ecco alcuni esempi:

1 Combinare ETF passivi quelli che replicano mercati più interessanti  e fondi attivi, Questa strategia consente anche di ridurre i costi medi del portafoglio.

Impostare la parte centrale del portafoglio, detta core, con Etf molto diversificati e orientati al lungo termine e contemporaneamente investire la componente del portafoglio satellite in Etf più tattici che richiedono una maggiore movimentazione in base alle diverse condizioni di mercato. Ad esempio sovrapesando o sottopesando determinati paesi, settori e aree geografiche.

Profitti e Tasse

Profitti: ci sono due tipi di ETF: a distribuzione e ad accumulazione. I primi accreditano l’interesse o il dividendo all’investitore con cadenza regolare: trimestrale, semestrale o annuale, assicurando un regolare flusso di liquidità. Gli ETF ad accumulazione   reinvestono i guadagni automaticamente nel fondo, aumentando il valore dell’investimento nel tempo.

Tasse :L’imposta di bollo sul guadagno generato dagli Etf  (capital gain) è del 26% ad eccezione degli Etf obbligazionari governativi che applicano  la stessa tassazione dei titoli di stato: 12%.

Dove si comprano gli Etf

Gli ETF vengono negoziati sui mercati regolamentati e per l’Italia il mercato di riferimento è ETFplus, gestito da Borsa Italiana e che permette l’accesso a tutti gli operatori registrati.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA © 25 Maggio 2024

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